Descrizione
Pioltello, 19 novembre 2019 – Anche quest’anno Legalmente ha proposto alla città una serata di grandi emozioni e coinvolgimento. È successo sabato 16 novembre, in sala consiliare, di fronte a circa 300 persone ammutolite e partecipi. Protagonista Lea Garofalo, raccontata dalla sorella Marisa, che con una calma e una lucidità da brividi, ha ripercorso gli episodi più significativi della breve vita della giovane calabrese, uccisa 10 anni fa dall’ndrangheta a Milano, perché ribellatasi alla cultura mafiosa e patriarcale della sua famiglia. Lapidario il commento della sindaca Ivonne Cosciotti «È stata una testimonianza forte e incisiva. Un inno alla legalità e al rispetto», per una serata che ha lanciato un messaggio forte e inequivocabile: la cultura mafiosa e violenza sulle donne si combattono con il coraggio e il coinvolgimento di tutti.
«Credo che la serata di sabato sia stata una delle più emozionanti a cui la città ha potuto partecipare – ha dichiarato il giorno seguente l’assessora alla Cultura Jessica D’Adamo –. È stato il racconto a più voci di quanto il coraggio della denuncia sia fondamentale quando si parla di contrasto alla mafia e di lotta alla violenza sulle donne. Due ore in cui è emerso, attraverso la testimonianza Marisa Garofalo e la recitazione di Lucia Vasini, come Lea Garofalo sia davvero un simbolo di queste lotte. Poi la precisione con cui Paolo De Chiara e Cesare Giuzzi hanno raccontato la presenza ndranghetista in Calabria e Lombardia ci ha spiegato che la mafia esiste ed “è riconoscibile” e il richiamo alla coscienza di ognuno di noi a non “girare la testa dall’altra parte” sia un imperativo civile per tutti noi. Imperativo – ha concluso l’assessora – che i ragazzi del Machiavelli, con il loro bellissimo lavoro, hanno dimostrato di avere fatto proprio. E questa è stata un’altra grande soddisfazione».
La serata clou della terza edizione di Legalmente si è aperta con il filmato “Rosso indelebile” realizzato dalla 1 Ct del Machiavelli sull’omertà e la violenza sulle donne, dedicato a Lea Garofalo. Subito dopo, a luci ancora spente, è salita sul palco l’attrice Lucia Vasini, della compagnia Dario Fo Franca Rame, che ha recitato magistralmente il famoso monologo “Lo stupro” di Franca Rame, suscitando come 44 anni fa, quando fu messa in scena per la prima volta per raccontare la violenza sulle donne che la stessa Rame subì, una forte onda emotiva in tutti i presenti.
La seconda parte della serata ha visto l’intervento dello scrittore Paolo De Chiara, che ha raccontato suo libro Il “Coraggio di dire no. Lea Garofalo, la fimmina che sfidò la schifosa 'ndrangheta”. Stralci che hanno ripercorso la vita di Lea: la lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il rapimento, l’omicidio, l’occultamento del corpo, sottolineando come lo Stato abbia compiuto nei confronti di Lea degli errori risultati fatali, abbandonandola e non considerandola attendibile «Solo dopo la sua morte fu dato seguito alle sue rivelazioni, che portarono all’arresto di decine di ndranghetisti ha chiosato amaramente De Chiara». A seguire c’è stato l’intervento di Cesare Giuzzi, giornalista del Corriere della Sera che ha condotto diverse inchieste sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia. Il suo racconto ha messo a fuoco il radicamento dell’ndrangheta a Milano e in Lombardia, le modalità in cui operano le ndrine, la guerra tra le cosche e il caso della “locale” ndrina ribelle di Pioltello, la loro tecnica di “inabissamento”, rimarcando però che l’ndrangheta c’è ed è visibile: «Per anni in Lombardia abbiamo fatto finta di non vedere, ma l’ndrangheta non è invisibile: sta a noi tutti non voltare la faccia dall’altra parte, non lo devono fare solo la magistratura e i Carabinieri, lo devono fare anche i cittadini, perché la mafia non è solo affare loro».
A questo punto c’è stato l’ingresso in sala di Marisa Garofalo che ha fatto un ritratto vividissimo della sorella, entrando nel dettaglio del percorso che l’ha portata a schierarsi contro la sua famiglia e l’ndrangheta. Ha iniziato raccontando del sua “fuitina” con un rampollo della famiglia mafiosa dei Cosco. La scoperta delle sue attività mafiose, l’arresto del compagno, la ribellione di Lea e «la sua ferma intenzione di cambiare vita, per sé e la figlia», gli episodi del rifiuto dei soldi “sporchi di sangue”, la fuga, la ricerca di un lavoro, gli attentati e la violenza per impedirle di essere indipendente, fino all’esplosione all’auto sotto casa, «il terrore negli occhi della figlia Denise» e la decisione di denunciare tutto alla magistratura, venendo considerata semplice collaboratrice. «Lea è stata per sette anni in un programma di protezione, due volte gli è stato tolto, alla fine ha dovuto morire per essere credibile – ha mormorato con un filo di voce Marisa Garofalo – . La sua morte è stata un delitto di ndrangheta, un femminicidio e anche un delitto di Stato». Marisa ha poi concluso raccontando gli episodi con i quali il padre di Denise ha tentato di comprare la ragazza, mentre Lea era in vita e anche subito dopo la sua morte «Denise poteva stare con suo padre, dalla parte dei soldi, ha deciso di stare dalla parte della parte di Lea, della giustizia e della legalità». Al termine di queste parole, nella commozione generale, è partito l’audio delle parole proferite da Denise al funerale laico tenutosi a Milano nel 2013, alla presenza di don Ciotti di Libera e dell’allora sindaco Giuliano Pisapia, in cui la ragazza, davanti alla folla, lancia l’appello: «Mia madre ha avuto il coraggio di dire no alla mafia. Ricordatela per la giustizia di tutti».
Dopo queste parole la serata si è conclusa con altri due pezzi teatrali recitati da Lucia Vasini – la storia di una miracolosa maternità di una donna africana in fuga verso l’Italia e un monologo medievale su Maria sotto la Croce, disperata per la sofferenza del Figlio – seguite alcune letture di casi di donne che hanno subito violenza, fatte della sindaca Ivonne Cosciotti e dell’assessora alla Cultura Jessica D’Adamo.
Infine, sulle note di “A mano a mano” di Rino Gaetano, tutti i protagonisti sono saliti sul palco per un grande abbraccio corale a Marisa Garofalo. L’assessora D’Adamo, commossa ed emozionata, ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla riuscita di una serata memorabile, dagli ospiti alla regia, gli uffici comunali, i ragazzi del Machiavelli e il media partner Gazzetta della Martesana, invitando tutti a non mancare all’ultimo appuntamento di Legalmente 2019, che si terrà il 4 dicembre Il 4 dicembre, alle ore 20.30 in Sala eventi biblioteca comunale, con un incontro dal titolo “Beni confiscati alla mafia: la trasformazione e l’utilizzo sociale a Pioltello”, a cura della Rete Antimafie della Martesana.
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Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2019, 10:00